lunedì 24 ottobre 2011

Schede spettacoli Classico '900

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25 ottobre 2011
Pausilypon Villa Imperiale, Area dei teatri
ore 19.30

MDA/D-Out
presenta
ST22_ANDROMACA
di e con Rosaria Iovine

da una ricerca sulla detenzione femminnile

ideazione e coreografia Rosaria Iovine
drammaturgia di gruppo
testo Carmen Iovine, musiche Autori Vari

con Siliana Crocchianti, Cristina Meloro, Ilaria Puccianti, Sara Rossi, Rosaria Iovine

Lo spettacolo è un percorso attraverso i sensi deteriorati dalla detenzione‚ un percorso regressivo perché il carcere elimina o riduce la forza dei sensi che trasmettono emozioni. Siamo in carcere ed è subito disagio‚ un disagio registrato dai sensi e dal corpo nel suo complesso.
Con la detenzione ha inizio un processo di regressione‚ un deterioramento a livello infantile ed animale. In scena 5 donne e 5 sacchi neri dell'immondizia che simboleggiano il vuoto avvolgente‚ il nulla minaccioso‚ il baratro aspirante della morte (D.Gonin) e allo stesso tempo l'oppressione‚ la limitazione. Numerosi sono gli studi che dimostrano che chi entra in prigione viene colpito immediatamente da vertigini‚ i riferimenti abituali scompaiono velocemente‚ nulla più è rassicurante.
La vista è penalizzata dai muri‚ dai cancelli‚ dalle porte. Gli spazi sono immancabilmente limitati da ostacoli e lo sguardo non ha alcuna possibilità di riposare sulla linea d'orizzonte. In carcere c'è chi osserva e chi è osservato. Lo sguardo perde la reciprocità e i detenuti diventano oggetti della vista.
L'udito diventa pigro e si disabitua a ogni tipo di suono. I rumori del carcere sono ripetitivi‚ l'udito non è sollecitato. Col tempo l'olfatto viene amputato‚ ci si dimentica degli odori della vita‚ della terra‚ delle piante. Il tatto è limitato‚ eliminato‚ auto-eliminato‚ censurato. Ed infine il gusto anch'esso condannato a svanire. I sapori finiscono per assumere un gusto universale: un disgustoso non-gusto.


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25 ottobre 2011
Pausilypon Villa Imperiale, Area dei teatri
ore 21.00

Anatolé - “Yupiter 41!”
Presentano

L'ULTIMO ATTO DI CIRCE
di Valeria Alessi
regia Paolo Pollio

Dopo aver letto il testo “L'ultimo atto di Circe” ho voluto concepire la regia con una pianta circolare. Circe rimane al centro mentre Cinzio le gira intorno facendo bene attenzione a non guardarla negli occhi. Cinzio indossa una maschera o meglio mantiene in una mano un bastoncino al quale è appiccicata una maschera in cartone, dove per grandi linee è raffigurata la sua faccia. Circe con le sue arti magiche tenta di svegliare Cinzio dal suo torpore, sarà così brava?
Il testo ripercorre la struttura drammaturgica della tragedia greca e il tema è ambientalista. Ci troviamo in un futuro che ha sapore di passato. Nel senso che questa storia vive e respira in un epoca immaginaria se abbiamo bisogno di un immagine potremmo riportare alla mente la saga di “Star Trek”. Il coro formato da due attori in un primo momento distribuirà al pubblico delle maschere di maiale in plastica (costruite con materiali di scarto) così da poter consentire a tutto il pubblico di divenire a un tempo coro e società sottomessa al volere del Grande Guerriero; in un secondo momento il coro assolverà alla funzione di aizzatore di popolo e guiderà il pubblico nell'esecuzione del coro stesso.
Paolo Pollio

Lo studio sul sacerdozio femminile e sulla posizione sociale delle donne nei paesi del bacino del mediterraneo nel periodo arcaico, diventa oggetto del mio interesse quando nel 2006 lavorai su la figura di Cassandra per un progetto teatrale. Tra i testi oggetto del mio studio (l’Iliade di Omero, Eschilo) ho conosciuto gli scritti di Christa Wolf, autrice contemporanea, che aveva studiato parecchio la figura di Cassandra e altre figure del mito occidentale, come Medea. Cominciai a capire che potevano esserci motivazioni politiche e sociali per cui le donne sono passate attraverso la letteratura e la storia solo in alcuni ruoli ripuliti dal potere sociale. Anche i testi di Marguerite Yourcenar in “Fuochi” (in particolare Maria Maddalena) mi fecero riflettere su un ipotetico stravolgimento delle figure femminili rispetto a come la tradizione ci tramanda le loro storie, e sui vocaboli che vengono utilizzati per identificarle. Ho immaginato un mondo in cui Circe continuava ad essere quella che era, una regina e una sacerdotessa, senza stravolgimenti storici o sociali, fino ai nostri giorni. Ho messo a confronto tutti i valori che rappresentava in età arcaica con la società contemporanea, per scoprire, alla fine che quei valori, forse femminili o semplicemente naturali, corrispondono a delle necessità ancora esistenti, oggi forse più che mai.
Valeria Alessi


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26 ottobre 2011
Pausilypon Villa Imperiale, Area dei teatri
ore 19.30

Comtessa de dia
presenta

TEMPUS EST IOCUNDUM
direttore Ferdinando De Martino


L’Ensemble polifonico Comtessa de Dia nasce dal comune intento di un gruppo di professionisti, amatori e studenti di canto, di far musica dando il proprio piccolo contributo all’ arte del canto corale
Nato nel Gennaio del 2006 esso ha all’ attivo due partecipazioni alla manifestazione culturale napoletana Maggio dei Monumenti , un discreto numero di esibizioni e concerti ed un repertorio che spazia dal Rinascimento al tardo Romanticismo , non disdegnando l’esecuzione di classici del Novecento .
Il gruppo guidato dal maestro Ferdinando de Martino, accanto all’ attività di ricerca si prefigge lo scopo di proporsi quale nuova realtà stabile nella vita musicale della città di Napoli.


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26 ottobre 2011
Pausilypon Villa Imperiale, Area dei teatri
ore 21.00

BOTTEGA del PANE/Freezer09
presentano

BACCANTI
Dioniso o del perduto iddio
da Euripide, di Dario Garofalo e Cinzia Maccagnano

musiche in scena Lucrezio De Seta, 
movimenti di scena Luna Marongiu
con
Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano
Raffaele Gangale, Valerio Malorni, Oriana Cardaci

regia Cinzia Maccagnano

Euripide scrive Le Baccanti ormai prossimo alla morte. Si tratta dell'opera di più sconvolgente tragicità che sia mai stata scritta e al contempo un grande inno alla gioia del vivere secondo natura. La tragedia non rappresenta la realtà, ma la mette in questione. Mette in questione leggi, rapporti, istituzioni, credenze e saperi, fino a presentarci il destino umano nella sua tremenda e assoluta nudità. Dioniso, figlio di Zeus e di Semèle, assume sembianze umane e giunge a Tebe col suo seguito di Baccanti: vuole affermare la propria origine divina. Costringe tutte le donne di Tebe ad aderire al suo culto e a celebrare i suoi riti. Alla nuova religione partecipano il profeta Tiresia e l'antico re Cadmo: vi si oppone, invece, con feroce caparbietà Pentèo, il giovane sovrano. Dioniso sconvolge la mente del re e lo convince ad andare a spiare le Baccanti travestito per prudenza da donna: lui stesso lo guiderà. Scoperto, Pentèo viene fatto a pezzi da sua madre Agave, convinta di uccidere una fiera e sorda alle suppliche del figlio. Ostentando la testa di Pentèo, Agave rientra a Tebe e, ricondotta alla ragione dal padre Cadmo, cerca invano di ricomporre il corpo smembrato del figlio. Euripide ribadisce con Le Baccanti la potenza distruttiva e disgregativa della natura umana, anche se indotta in errore dalla presenza della divinità. Gli dèi si collocano in un aldilà assoluto che partecipa delle questioni del mondo, ma che risponde ad un inflessibile, per quanto misterioso, principio di ordine e di giustizia, che trascende sia gli uomini che gli dèi. La figura di Dioniso, dio fatto uomo, la divinità che più di tutte si identifica con il Caos, incarna la tragica consapevolezza che non è l’ordine a garantire la giustizia, ma che il Disordine distruttore e (ri)generatore può rendere finalmente possibile un rivoluzionario rapporto di responsabilità personale in un mondo dove anche gli dèi, come già gli uomini, stanno svanendo, svaporando, lasciando vuoti di silenzio assordanti.


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27 ottobre 2011
Pausilypon Villa Imperiale, Area dei teatri
ore 21.00

Ecovanavoce
presenta

LA LUNA DEI BORBONI
da Métamorphoses
di e con Paolo Fontana e Fabio Lorenzi 

Gabriella Aiello. voce
Carlo Travierso, sassofono soprano
Paolo Fontana, chitarre classica e rinascimentale
Fabio Lorenzi, chitarra
Alessandro Patti, contrabbasso
Lucrezio de Seta, percussioni

musica originale Paolo Fontana & Fabio Lorenzi
Attraverso la poesia
il Sud diventa ricerca di un futuro perduto
Il concerto prende spunto dall’omonima raccolta poetica di Vittorio Bodini, uno dei maggiori interpreti e traduttori italiani della letteratura spagnola.
I brani sono tutte canzoni inedite con musiche originali (Fontana-Lorenzi) scritte su versi del poeta (in accordo con la BESA Editrice), con citazioni del poeta e drammaturgo spagnolo Federico García Lorca (dei cui versi Bodini è stato ed è tuttora il traduttore di riferimento) e su testi originali di Flavio Ciatto, Fabio Lorenzi e Cinzia Maccagnano.
Il Sud si fa così riscoperta di un tempo fuori del tempo, contesto dove “fermarsi a ricercare quel passo umano perduto che scandiva la vita nel suo divenire”, con lo sgomento di chi osserva il proprio presente come si osserva il ciglio di un baratro, poiché perduta la memoria del proprio tempo, si perde con essa anche il desiderio di futuro.
La musica di Ecovanavoce diventa veicolo imprescindibile dell’emozione: continuamente
oscillante tra disillusione e aspettativa, porta l’ascoltatore in un tempo non classificabile e attraverso raffinate atmosfere penetra malinconica.
Il canto esalta la drammaturgia dei testi e arricchisce la parola, rafforzando il grido di disincanto e di speranza, propri dei versi di Bodini, poeta “disilluso senza rimpianti”.


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28 ottobre 2011
Pausilypon Villa Imperiale, Area dei teatri
ore 21.00

Mda produzioni danza
presenta

ERINNI
da Eschilo, Euripide e Sofocle
drammaturgia Aurelio Gatti e Sebastiano Tringali
con
Carlotta Bruni, Rosa Merlino e Sebastiano Tringali

disegno luci Stefano Stacchini

regia e coreografia Aurelio Gatti


Con “L'Attesa” del settembre 2009 si è realizzato il primo studio per Le Erinni - progetto di lavoro sulla re-interpretazione della tragedia classica. Nelle “Erinni” si sviluppa e si affronta il tema del classico attraverso la visione dell'interprete sulla scena: un vecchio attore in scena‚ "padrone" di numerose trame e mille personaggi‚ egli stesso cangiante nei ruoli di vittima e carnefice‚ si confronta con il pathos della tragedia‚ con il senso tragico del coro. Quasi a confermare che non può esserci "tragedia" senza la presenza‚ la partecipazione e l'interlocuzione con il coro - specchio e alter ego del protagonista‚ il vecchio attore‚ al di là della scena‚ si trova a misurarsi con le Erinni - vendicatrici dei misfatti efferati‚ ma anche monito e rimorso per coloro che hanno trasceso l'ordine "naturale" e il "legame di sangue". I legami profondi della tragedia‚ traditi da un soggettivismo interpretativo estraneo alla natura della tragedia stessa‚ sono a invocare il ritorno delle Erinni‚ e queste giungeranno. Forse una metafora dell'epoca contemporanea in cui l' impietoso oltraggio “all'armonia e all'ordine naturale” svela l'impostura di una esistenza in cui l'uomo si limita ad essere comparsa di vite d'altrui.


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29 ottobre 2011
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
ore 21.00

E20
presenta

SALVATORE ACCARDO & FRIENDS
Paganini - Quartetto per archi n. 3
Verdi - Quartetto in mi minore

con
Salvatore Accardo, Laura Gorna (violino)
Francesco Fiore, (viola)
Rocco Filippini (violoncello)


Il violino è la sua vita. È come una parte di se stesso, anzi di più: è come un figlio. Da oltre cinquant’anni, da quando nel 1958 vinse appena diciassettenne il Premio Paganini, Salvatore Accardo vive di musica e di trionfi. Grazie, appunto, al violino. Ne ha esplorato per intero il vastissimo repertorio, ne ha assimilato l’intero mondo.
E a livello discografico ha inciso praticamente tutto. È talmente tanto, che una sintesi si direbbe impossibile. Eppure la Deutsche Grammophon ci ha provato, rendendo omaggio, come dice il titolo, a 'L’arte di Salvatore Accardo' con una raccolta di otto cd che contengono alcune delle incisioni più famose.
Il titolo del concerto riprende il suo nome, ma il grande violinista napoletano avrà al suo fianco altri ‘protagonisti’ nella performance che sarà presentata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli: Niccolò Paganini e Giuseppe Verdi, ma anche il gusto di suonare assieme con amici di lunga data, come il violoncellista Rocco Filippini, o con giovani cresciuti nell’Accademia Stuffer, quali il violista Francesco Fiore e la violinista Laura Gorna.